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QUANDO A SCUOLA CI SI FORMA CON LE EMOZIONI

Un’intensa mattinata oggi, 17 Dicembre, all’istituto Lazzari dove, grazie al lavoro condotto in sinergia tra il Comune di Dolo, nella persona dell’assessore Bergo, e la nostra scuola con la dirigente Donatella Salucci, si è tenuta la conferenza di Gianpietro Ghidini, papà di Ema e fondatore di “Ema pesciolinorosso”. Un auditorium gremito di studenti del biennio, naturalmente confusionari come solo i ragazzi sanno esserlo ma che, come per magia, sono stati incantati ed assorti ad ascoltare papà Gianpietro mentre raccontava la storia di suo figlio Emanuele (Ema).

Una storia di dolore sì, ma anche, e forse soprattutto, la storia di un padre che è riuscito a trasformare il proprio dolore in aiuto per gli altri, per tutti quei ragazzi che hanno la stessa età che aveva suo figlio e a cui lui parla con il cuore, oltre che con la voce.

Dopo la morte di Emanuele, papà Gianpietro ha tenuto innumerevoli conferenze, tendendo la mano, il cuore a tutti i ragazzi che hanno incrociato il suo cammino, Tra questi Marco, 22 enne di Este, che aveva solo 16 anni quando con la scuola ha partecipato all’incontro con Gianpietro, e che oggi è stato il nostro secondo prezioso relatore. I ragazzi hanno potuto ascoltare una storia difficile, di grande sofferenza, ma di rinascita. Hanno avuto davanti agli occhi il miracolo dell’amore: come una parola, una frase detta con il cuore può cambiare il futuro di un giovane, di ogni giovane, e portarlo dal buio della solitudine, del dolore, alla luce della consapevolezza di sé e del proprio valore. Così Marco, in un momento di profonda confusione, ha afferrato la mano immaginaria tesa da Gianpietro, ed ha iniziato il suo cammino di risalita. Quello che i nostri ragazzi hanno visto ed ascoltato non è stato un ragazzo chiuso nella rabbia verso il mondo, ma un loro “quasi” coetaneo bello e sorridente che, grazie ad una frase di Gianpietro ”Vorrei essere il papà di uno di voi”, e al suo aiuto concreto, ha preso in mano le redini della sua vita ed ha realizzato i suoi sogni.

Niente, nelle parole di entrambi i nostri interlocutori, è rimasto nel campo del dolore, tutto si è trasformato in ponte verso gli altri, in gratitudine per quanto la Vita può offrire ad ognuno di noi, ed ai giovani soprattutto. Salutiamo con immensa gratitudine papà Gianpietro e Marco, nella profonda convinzione di quanto la loro presenza abbia reso tutti noi, adulti e giovani, più ricchi di quando siamo entrati in quella stanza.

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